L'ipotesi di una fondazione storica della città di Circeii durante il regno di Tarquinio il Superbo ad opera di Arrunte, uno dei suoi figli (Liv., I, 56, 3; Dionys., IV, 63 ,1), per lungo tempo negata,
sembrerebbe ora, sulla base dei più recenti risultati e ritrovamenti, dover essere rivalutata insieme alla tradizione annalistica.
I tumultuosi anni seguiti al crollo dell'egemonia dei Tarquini restano di difficile definizione, caratterizzati da forti scontri per il consolidamento del potere nel Lazio. Proprio questi scontri tra Romani e Latini, permisero l'affermarsi dei Volsci nel Lazio meridionale.
Nonostante la tradizione annalistica ricordi tutta una serie di vittorie dell'alleanza romano-latina, è quasi certo che all'inizio la lega antivolsca nata dal foedus Cassianum si sia battuta, più che per la riscossa, per la sopravvivenza. Tracce storiche di questi scontri si trovano nella saga di Coriolano (Liv., II, 39, 2; Dionys., VIII, 14,1; Plut., Coriol., 28).
Il secolo e mezzo compreso tra il foedus Cassianum e la fine della guerra Latina si articolò attorno a due grandi nodi: la difesa dai Volsci e, una volta venuta meno la necessità di mutua difesa, il confronto tra Roma e le città Latine.
Secondo gli storici (Diod., XIV, 102) i romani rioccuparono il territorio del Circeo nel 393 a.C. Nel 385 a.C. vi fu il primo tentativo di ribellione: alcuni Latini, insieme agli Ernici e ai cittadini di Velitrae e Circeii, sfruttarono la situazione di difficoltà conseguente all'invasione gallica. L'alleanza venne sconfitta da Aulo Cornelio Cosso.
Un secondo tentativo di ribellione vi fu nel 383 a.C., con una coalizione composta da Lanuvio, Preneste, Latini e Volsci. Anche questa volta Roma sconfisse i ribelli, a Velitrae.
La ribellione esplose di nuovo nel 340, e questa volta Circeii ebbe un ruolo di primo piano, con il suo cittadino Lucio Numicio, pretore della Lega Latina (Liv. VIII, 3, 9.). Dopo la sconfitta dei Latini, Numicio si rifugiò con i resti dell'esercito prima a Minturnae e poi a Vescia, tra gli Aurunci. La sua sconfitta definitiva fu opera di Manlio Torquato a Trifano.
Il destino che ebbe in sorte Circeii dopo il 338 rispose in massima parte a logiche strategiche e di presidio territoriale, ma fu anche conseguenza delle tre ribellioni di cui la colonia si rese protagonista in meno di 50 anni.
La volontà di punire la colonia infedele si coniugò con la necessità di attrezzarla in previsione dello scontro con i sanniti. Non a caso i confronti più vicini per posizione, fortificazioni e impianto della colonia sono con Artena e Norba, centri lungo la linea che venne apprestata in funzione strategico-difensiva.
Modeste sono le testimonianze storiche relative al II secolo a.C.; la documentazione invece si arricchisce per il I a.C., e anche un'iscrizione del Foro di Augusto commemora il padre di Giulio Cesare come ecista (condottiero fondatore) di una colonia presso il Circeo.
Nella seconda metà del I sec. d.C., dopo lo sviluppo infrastrutturale che aveva interessato le sponde meridionali del Lago di Paola, si decise di realizzare in zona una residenza imperiale che, costruita negli anni di Domiziano, usò in parte strutture di una villa precedente, ed occupò un'area di molte decine di ettari.
Lo sviluppo degli insediamenti e il loro declino durante l'Impero è di difficile ricostruzione. La documentazione limitata, infatti, non permette una chiara visione degli eventi.