Il fascino più antico del Parco del Circeo
Uno degli aspetti più significativi del Parco Nazionale del Circeo è rappresentato dalla grande quantità di testimonianze paleoecologiche e preistoriche. La presenza umana nel territorio del Parco è attestata a partire dal Paleolitico Medio, con grotte e ripari sotto roccia esistenti lungo tutto il perimetro del Monte Circeo.
Durante il Quaternario il territorio Pontino subì alterne vicende per la variazione della linea di costa, causata dai mutamenti climatici, e passò da un vasto golfo dai bassi fondali nei periodi caldi ad areali emersi più estesi di quelli attuali nei periodi delle ere glaciali.
Le coste, il sottosuolo e i fondali marini conservano la storia di queste remote vicende alle quali 75.000 anni fa assistette l'uomo di Neanderthal e poi l'Homo Sapiens.
La grotta Guattari e l'uomo di Neanderthal
Questa importante testimonianza fu scoperta casualmente nel 1939 da alcuni operai, che misero in luce una grotta non molto profonda, articolata in antri secondari.
Il suolo della cavità era cosparso di resti fossili, ed in un antro terminale avvenne la scoperta più eclatante: al centro di un ovale formato da pietre fu trovato il cranio fossile di un uomo di Neanderthal, in ottimo stato di conservazione.
La grotta, ostruita probabilmente a causa di una frana, ha conservato per oltre 50.000 anni un suggestivo e prezioso ambiente, così come ci è stato lasciato dall'uomo di Neanderthal.
La grotta delle Capre e la grotta del Fossellone
La grotta delle capre è un'importante cavità caratterizzata da un magnifico solco fossile di battigia, testimonianza di un livello marino interglaciale più alto dell'attuale. Nel 1936 Blanc, intuita l'importanza del sito, vi condusse scavi sistematici.
A circa 200 metri o ovest della Grotta delle Capre si trova la Grotta del Fossellone: anche qui le prime ricerche furono condotte da A.C. Blanc nel periodo compreso tra il 1937 e il 1940.
Il Riparo Blanc
Questo sito, oggetto di scavi a cura dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana, ha restituito tracce di manufatti ricavati dai piccoli ciottoli costieri e una grande quantità di conchiglie e molluschi, verosimilmente rifiuti di pasti. I pochi elementi utili alla cronologia riporterebbero al mesolitico.
La Grotta Barbara
Questa cavità, di dimensioni ridottissime, si apre su un tratto di costa molto scosceso, poco distante dalla Cava di Alabastro sulla quale si affaccia il riparo Blanc. Il piano interno è in leggera pendenza, costituito da pietrame calcareo a spigoli smussati, su cui si trovano tracce di industria litica.
Al di sotto del pietrame si trova un terreno rosso bruno che ingloba fauna fossile molto varia. Sono stati individuati tra gli altri: cervo, stambecco, camoscio, capriolo, lupo e cinghiale.
I resti di stambecco, di norma appartenuti a individui giovani, sono i più numerosi, e denotano forse un'attività di caccia specializzata.
Oltre che nelle grotte del promontorio, la facies preistorica è attestata in numerosi altri luoghi entro i confini del Parco Nazionale del Circeo. Tali testimonianze abbracciano un arco cronologico vastissimo, che va dal Paleolitico Medio all'età dei metalli.
In linea generale gli stanziamenti antichi tendono a posizionarsi in prossimità di depressioni interdunarie (c.d. piscine), presso terrazze fluviali e lungo le sponde dei laghi costieri. Le località più importanti finora studiate sono quelle di Molella, quelle di Selva Piana e quelle presso le Fonti di Lucullo.