Grotta Guattari, 75 anni fa la scoperta
Il 24 febbraio l’anniversario del ritrovamento del reperto straordinario: il cranio di uomo di Neanderthal
( 04 Febbraio 2019 )Era febbraio del 1939 quando a San Felice Circeo, all’interno di Grotta Guattari, fu fatta una sensazionale scoperta: fu ritrovato un cranio di uomo di Neanderthal. Ora, a ottant’anni di distanza, il Comune, insieme al Fai, alla Soprintendenza, al Parco, alla famiglia Blanc e ad altri enti, è pronto a ricordare l’avvenimento. «Un convegno in occasione della significativa ricorrenza, accompagnato dalla ripresa di ulteriori studi di approfondimento del contenuto del sito da parte delle istituzioni competenti, - si legge nella delibera d’indirizzo della Giunta - porrebbe all’attenzione del mondo culturale e turistico il valore della scoperta e creerebbe stimoli ed opportunità di frequentazione del sito neandertaliano e degli altri siti archeologici presenti nel territorio del Circeo». Il dibattito attorno al cranio è ancora aperto. Ci sono fondamentalmente due tesi: quella del paleontologo Alberto Carlo Blanc, scopritore del sito, per il quale la posizione del cranio era parte di un rito di cannibalismo religioso, e quella di studiosi americani per i quali il cranio fu introdotto nella grotta da una iena per mangiarlo. L’importanza del rinvenimento è dettata anche dal fatto che il cranio di Homo Neanderthalensis è uno dei più completi mai trovati. Un «caso forse unico al mondo», come l’aveva definito il professor Blanc. I resti furono ritrovati all’interno di un cerchio di pietre e le ossa presentano due fratture: una sulla tempia destra e l’altra alla base. Elementi, questi, che portarono all’ipotesi del cannibalismo rituale, cui si contrappone la teoria secondo cui le ossa sarebbero gli scarti di un pasto di una o più iene. Al di là del cranio, Grotta Guattari ha in sé una sua importanza. È rimasta infatti “sigillata” per migliaia di anni prima della casuale scoperta avvenuta il 24 febbraio 1939 durante dei lavori in zona per ricavare delle pietre da costruzione. Il sito era pieno di ossa fossili: rinoceronti, buoi, cavalli e cervi. La fauna che all’epoca popolava queste terre. Purtroppo, però, a causa di una serie di problemi, fra cui la fragilità dell’area archeologica e il difficile accesso (è all’interno di una proprietà privata, ma si sta lavorando per creare un corridoio d’accesso), Grotta Guattari non ha sempre ricevuto l’attenzione che meriterebbe; se non quella della comunità scientifica, che negli anni ha comunque continuato a portare avanti gli studi. Ora un’occasione per il rilancio è data dall’anniversario della scoperta, per il quale la famiglia Blanc ha messo a disposizione gli archivi del paleontologo.
Grotta Gattari