Parco, la Corte dei Conti analizza i vecchi bilanci
I magistrati hanno esaminato gli atti dal 2014 al 2016 Tra i problemi l’assenza di entrate proprie: «Dipende dal ministero»
( 27 Luglio 2018 )Un percorso a ostacoli nel mondo della burocrazia. È la conclusione che si può trarre dalla relazione della Corte dei Conti sugli esercizi finanziari del triennio 2014-2016 di 23 parchi nazionali, compreso quello del Circeo. Il motivo? Talvolta si è venuto a creare un vero e proprio cortocircuito, come ad esempio nel caso delle riduzioni di personale imposte dalla spending review, che hanno ridotto all’osso la pianta organica. Difficile programmare numerose attività, magari provando a far sì che aumentino anche le entrate proprie del Parco, con soli nove dipendenti (nel 2008 ne erano stati previsti 14). Andiamo però con ordine.
Il primo problema riguarda il passaggio di funzioni con l’ex Forestale. Ad oggi non è ancora avvenuto e l’Ente opera tuttora col supporto del Corpo forestale dello Stato, che è confluito nell’Arma dei carabinieri. Questa è una prima grana. Quella più rilevante, però, riguarda la gestione finanziaria, sulla quale l’Ente negli ultimi anni ha cercato di cambiare rotta. Il direttore Paolo Cassola, ad esempio, ha cercato di investire le somme degli avanzi di gestione. Per quanto riguarda i conti dell’Ente, i magistrati contabili evidenziano come il Parco dipenda «quasi totalmente dai trasferimenti statali che rappresentano in media oltre il 99 per cento delle entrate correnti. I trasferimenti degli enti territoriali risultano assenti o ininfluenti. Parimenti ininfluente risulta la capacità di autofinanziamento dell’Ente che, nella fattispecie, è invitato ad avviare iniziative che possano consentire uno sviluppo delle entrate proprie». Difficile farlo con il personale ridotto all’osso e senza avere in gestione ad esempio alcuni immobili che potrebbero consentire di “fare cassa”. Un esempio fra tutti: il bar, ormai chiuso dopo le ben note vicende che hanno portato a un contenzioso amministrativo con il ministero. Per cercare di aumentare le entrate, comunque, l’Ente sta puntando molto anche sui finanziamenti, statali ed europei. Proprio grazie ai finanziamenti ministeriali, il Parco nazionale del Circeo - e l’attività è definita «da menzionare» dalla Corte dei Conti - ha contrastato l’abusivismo edilizio e demolito gli scheletri di Quarto Caldo.
Tirando le somme, i magistrati hanno esortato l’Ente a migliorare su alcuni fronti: il rispetto dei termini di legge nell’approvazione dei bilanci (su questo sono stati fatti passi avanti), lo sviluppo delle entrate proprie. Ma resta sempre da fare i conti con la burocrazia.
La sede dell'Ente Parco