( 23 Settembre 2018 )Tre piante di marijuana di oltre un metro e mezzo di altezza, messe con cura dentro altrettanti vasi e nascoste all’interno del Parco del Circeo.
Questo è quanto rinvenuto nella mattinata di ieri dai carabinieri forestali della Stazione Parco di Sabaudia, all’interno del Parco Nazionale del Circeo, dove i militari erano impegnati in uno dei controlli di routine predisposti per preservare l’area protetta.
Ed è proprio durante il monitoraggio che i militari dell’arma hanno notato tra la vegetazione tre piante che avevano veramente poco a che fare con le specie circostanti.
Tra la macchia mediterranea, infatti, perfettamente nascoste tra i cespugli e gli alberi, c’erano le tre piante di canapa indiana (per l’appunto, marijuana), invasate e alte circa un metro e mezzo l’una.
Immediato il sequestro da parte dei carabinieri forestali, ora a completa disposizione dell’autorità giudiziaria competente in termini territoriali, avviando le indagini per rintracciare chi ha deciso di utilizzare l’area protetta come luogo per coltivare lo stupefacente.
I militari hanno quindi iniziato gli accertamenti e nel mentre, dalla Stazione Parco Sabaudia, sono già stati annunciati controlli ancora più intensi e frequenti, così da capire se esistono altri casi simili, sempre nel Parco, e in tal caso per frenare il fenomeno, oltre che per garantire maggiormente la conservazione del patrimonio naturalistico locale.
Si tratta infatti di un caso singolare, per il momento, quello del ritrovamento delle piante di marijuana all’interno del Parco. Nessuno, finora, sembrava essersi permesso di coltivare lo stupefacente nell’area protetta.
L’attività, se estesa, potrebbe anche compromettere e contaminare una porzione di area soggetta a vincoli importanti per preservare le specie arboree. Per questo, dunque, sono necessari controlli più serrati, soprattutto per la necessità di salvaguardare le piante esistenti e che rappresentano il cuore della macchia mediterranea locale.
L’affondo di Stefania Martini, consigliere comunale del Pd, sull’Amministrazione Ottaviani non è passato inosservato ad Adriano Piacentini, da lunedì scorso capogruppo di Forza Italia, ma soprattutto presidente della Commissione Bilancio, che con i numeri ha sempre avuto una certa confidenza.
Piacentini replica punto per punto alle osservazioni dell’esponente democratico, partendo dal grave problema dei debiti fuori Bilancio: «È vero che anche l’allora sindaco Marzi fu costretto a varare una manovra di risanamento, ma è bene sottolineare che fu di gran lunga inferiore ai 5 milioni di euro, e non di 12 come sostiene la Martini, tutti riconducibili ai lavori pubblici e risalenti non all’era Fanelli, ma a situazioni del ‘94, del ‘93 e, addirittura, del ‘92. Cosa ben diversa da quanto accaduto successivamente, con il proliferare delle spese in tutti i settori fino ad accumulare un debito inconfutabile, che è agli atti dell’amministrazione, di circa 50 milioni di euro, che deve tener conto anche delle anticipazioni di cassa, per circa 11 milioni, passate tramite un utilizzo indiscriminato del conto di tesoriera, a cui si dovrebbe far ricorso solo in determinati periodi dell’anno, ovvero inizio e fine. È quindi ora di smetterla con certe affermazioni.