Preistoria, così cambiò il Circeo
La campagna di scavi nel sito che risale a 9500 anni fa ha consentito di ricostruire cosa avvenne sul promontorio
( 30 Settembre 2018 )Un sito risalente a 9.500 anni fa unico nel suo genere lungo tutte le coste italiane dalla Liguria alla Campania. È nel riparo Blanc, una piccola cavità rocciosa posta a 20 metri sul livello del mare, nell'area di Quarto Caldo, sul Promontorio del Circeo, all'interno del Parco Nazionale e del comprensorio archeologico del Circeo, che il Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università Sapienza di Roma, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti ha effettuato una campagna di scavi che hanno permesso di effettuare nuovi rilevamenti e saggi stratigrafici al fine di arricchire le conoscenze sul comportamento e sulle capacità tecnologiche dei nostri lontani antenati. Le ultime ricerche sono state presentate ieri, presso Villa Blanc, al Circeo alla presenza della professoressa Margherita Mussi dell'Università degli Studi di Roma Sapienza, coordinatrice della campagna, ed il suo staff; Giovanna Blanc, come rappresentante della famiglia Blanc Aguet che ospita l'iniziativa, il sindaco di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni, il presidente ed il direttore dell'Ente Parco, Gaetano Benedetto e Paolo Cassola, il professor Francesco Scoppola della Direzione Generale Educazione e Ricerca del MiBAC; il dottor Francesco Di Mario in rappresentanza della Soprintendenza, il dottor Filippo Maria Gambari, Direttore del Museo delle Civiltà del MiBAC ed il professor Flavio Altamura che si è occupato degli scavi. Le ricerche nell'area oggetto degli scavi sono iniziate quasi un secolo fa e hanno portato ad una significativa serie di scoperte sugli insediamenti umani del Pleistocene. Le testimonianze degli ultimi cacciatori-raccoglitori del Circeo, in particolare, sono state individuate proprio presso il riparo Blanc. A più di 50 anni di distanza dai primi scavi, l'Università di Roma Sapienza, grazie anche alla disponibilità dei discendenti di Alberto Carlo Blanc, proprietari del terreno, ha ripreso le indagini archeologiche sul sito dopo gli ultimi scavi effettuati nel 1998. Dopo la fine dell'ultima glaciazione, 9.500 anni fa, il livello del mare si innalzò di 120 metri e una grande quantità di terre sparì. Tra i 5 e i 10 chilometri di pianure vennero sommerse e gli uomini, che prima erano cacciatori di bovi, cervi, daini dovettero imparare a concentrarsi sulle risorse marine come pesci e conchiglie. E proprio studiando il riparo Blanc è possibile valutare questi cambiamenti. Lì sono stati rinvenuti cumuli di conchiglie marine alimentari ma anche la columbella rustica che veniva utilizzata per scopi ornamentali. Ne abbiamo trovati 1.200 esemplari e questo significa che il Circeo doveva essere una località in cui ce se ne approvvigionava - spiega la professoressa Mussi Durante la campagna di scavi del 2018, che ha previsto due settimane di lavoro intenso da parte di 4 5 ricercatori, abbiamo effettuato anche la tecnica della flottazione analizzando tra i sedimenti se vi fossero resti di vegetali dell'epoca. Probabilmente in quell'area vivevano gruppi umani molti piccoli composti da 5 a 10 persone. Abbiamo portato fisicamente sacco, dopo sacco, il materiale a Roma per effettuare studi ed analisi. Gli scavi proseguiranno anche nel 2019 e si spera di comprendere più a fondo le modalità di adattamento degli uomini dell'epoca alle risorse che possedevano. Vogliamo partire da questi scavi per iniziative di divulgazione e valorizzazione dell'importanza delle grotte del paleolitico commenta il direttore dell'Ente Parco, Paolo Cassola Dobbiamo promuovere il turismo culturale dando vita ad un itinerario delle grotte e dell'uomo di Neanderthal. Dobbiamo mostrare la vita dell'uomo nel Parco attraverso le ere. Contiamo di arricchire la sezione del museo del Parco nella parte paleontologica anche per quanto riguarda una visita virtuale sul tema.
Un momento della conferenza stampa