Lido, nuove speranze nel tratto B
Tra Capo Portiere e Rio Martino dopo due stagioni di vuoto il rilancio è affidato a 5 strutture. Il presidente del Parco: «Anche in aree a tutela ambientale riconosciamo l’importanza delle attività economiche». Il precedente delle «case mobili»
( 17 Marzo 2018 )Dopo due lunghe stagioni di stop nel tratto Capo Portiere- Rio Martino potrebbero riaprire cinque chioschi, consentendo di dare attuazione ad un bando fermo da due anni e soprattutto di riaprire l’offerta turistica delle strutture nella parte più trascurata del litorale. Dopo che anche i rilievi dell’ente Parco sono stati superati grazie alla fattiva collaborazione con il Comune di Latina, non dovrebbero esserci più intoppi almeno per i tre firmatari del contratto che avranno il permesso a costruire, a cui si aggiungono altri due operatori in attesa di contratto dopo le ultime verifiche attuate dal Comune sul resto della graduatoria.
La situazione
Alla fine sono rimaste «in partita» due società per le quali sono quasi pronti gli atti di assegnazione. A questi quattro operatori poi potrebbe aggiungersi la postazione numero 1, quella che fu del Topo Beach: qui il Comune starebbe pensando di tenere il chiosco per sé assegnandolo ad associazioni o destinandolo a portatori di handicap, ma è ancora ipotesi da mettere in piedi. Nei prossimi mesi molto lavoro ci sarà da fare proprio sul tratto da Capo Portiere a Rio Martino: quello più trascurato e abbandonato negli ultimi anni proprio per l’assenza di strutture e colpito in maniera rilevante da fenomeni erosivi con le ultime mareggiate.
La svolta con il Parco
Non nasconde la soddisfazione per il risultato raggiunto il presidente dell’Ente Parco Paolo Cassola che ha trovato il punto di incontro con il sindaco Coletta sulle dimensioni del chiosco “tipo” risultate compatibili con le finalità istitutive dell’Ente: «Oggi la presenza dei chioschi nel tratto capo Portiere-Rio Martino, in area a tutela integrale – spiega - vuole riconoscere l’importanza di attività di indirizzo socio economico che siano compatibili con l’ambiente». Per la guida del parco del Circeo il provvedimento è stato possibile perché c’è stata un’assegnazione mediante gara pubblica, c’è stata una tipologia unitaria di supporto logistico e si è trovata soluzione sull’interpretazione tecnica delle misure delle strutture giustificandola anche al dato storico, c’era già stato un verbale di assenso nel 2003. “Noi lo abbiamo attualizzato e giustificato – dice Cassola grazie al regolamento numero 19 del 2016 della Regione Lazio che considera quelle strutture idonee”. Per il presidente l’impegno del Parco per questa parte di litorale è iniziato da tempo.
Il modello camping Rio Martino
«In questo tratto ci siamo impegnati dallo scorso anno sul camping Rio Martino: i gestori avevano fatto richiesta da anni di sostituire alcune roulotte vetuste, superate dalla domanda turistica attuale, e trasformarle in case mobili, e così è stato fatto: un investimento privato che abbiamo assecondato come misura di riqualificazione delle strutture presenti. C’è una attenzione costante da parte di questo Parco per l’area compresa tra Sabaudia, Rio Martino Capo Portiere, laddove c’è la volontà di favorire le attività economiche». Non a caso l’Ente ha da poco ottenuto un finanziamento europeo per il Progetto DestiMED destinato a valorizzare le potenzialità turistiche in chiave ambientale delle aree protette. L’obiettivo è creare reti ecoturistiche con standard di qualità sostenibile, parole di cui un territorio come questo in carenza di ossigeno sul fronte turistico, ha un concreto bisogno.
La parte del litorale tra Capo Portiere e Rio Martino