Biodiversità, scendono in campo le api
L’insetto sarà utilizzato per le attività di controllo della qualità dell’aria
( 28 Dicembre 2017 )La qualità dell’aria si misura attraverso le api, o almeno così si farà a nel Parco Nazionale del Circeo. Infatti, recentemente è stato redatto un progetto che, nell’ambito del Piano d’azione per il biomonitoraggio ambientale delle aree protette dei Parchi Nazionali, riprende il principio secondo cui le api domestiche rivestano un ruolo primario per il monitoraggio della qualità ambientale dell’aria. Il piano d’azione, che vede l’insetto protagonista (come accade da più di venti anni in Italia), è quello di valutare la qualità ambientale con la predisposizione di stazioni di monitoraggio con particolare riferimento ai siti di interesse comunitario. «Le api sono degli ottimi indicatori biologici perché segnalano il danno chimico dell’ambiente in cui vivono attraverso due segnali - si legge nella scheda del progetto - l’alta mortalità nel caso dei pesticidi e attraverso i residui che si possono riscontrare nei loro corpi o nei prodotti dell’alveare, nel caso degli antiparassitari e di altri agenti inquinanti come i metalli pesanti e i radionuclidi, rilevati tramite analisi di laboratorio».
A rendere l’ape un buon rivelatore ecologico sono anche altri fattori, quali la facilità dell’allevamento, le dimensionate esigenze alimentari, la conformazione del corpo (i peli rendono le api particolarmente adatte ad intercettare materiali e sostanze nell’aria), la sensibilità, ma soprattutto l’alto tasso di riproduzione e la durata della vita media (relativamente corta) che induce una veloce e continua rigenerazione nell’alveare, senza contare l’alta mobilità e l’ampio raggio di volo che permette di controllare una vasta zona.
Biodiversità, scendono in campo le api